Assistente alla Poltrona
Quando parlo di lavoro con i miei colleghi coetanei, trovo ancora una grande passione e una grande carica nell’ affrontare giornalmente la professione. Il nostro non è un mestiere facile, spesso le tensioni sono forti e le preoccupazioni possono rovinarti il riposo notturno, ma quando si parla di assistenti, a tutti brillano gli occhi. Anche se ci hai litigato la sera prima. Perchè le assistenti sono quelle persone attorno alle quali gravita il tuo lavoro. Loro sanno come spianarti la strada per farti lavorare al meglio e trasformare una giornata complicatissima, in una routinaria sequenza di appuntamenti. (ma anche il contrario quando, dolosamente, applicano solo l’ordinaria amministrazione).
Ho lavorato in studi con 15 assistenti e in studi con una singola, cambiano solamente le proporzioni del lavoro, la professionalità, quando è presente, è un valore imprescindibile. Conosco colleghi che lavorano da soli, di cui addirittura un chirurgo. Io non sò come possano affrontare certe situazioni complicate dove si lavora a quattro mani, ma evidentemente sono dei maghi.
Ma ritorniamo a situazioni da esseri umani; io mi riferisco alle assistenti con esperienza, perchè quelle di ultima generazione non vengono formate per assistere il medico in poltrona, ma per svolgere compiti di disinfezione degli ambienti e sterilizzazione dello strumentario, o come receptionist, e secondo me è una grave carenza.
Al di là delle mansioni che sono molto impegnative, svolte nel turno di lavoro, le assistenti si differenziano in brave e insostituibili. Quelle mediocri durano poco e capiscono che la loro collocazione naturale è in altro ambito.
Che cosa differenzia le brave dalle insostituibili? Le brave sanno fare bene tutto ed il loro rendimento è alto, ma piatto e routinario, le insostituibili riescono ad entrare in empatia con il medico e con il paziente, per cui a volte non è nemmeno necessario parlarsi, basta un gesto di intesa o una occhiata. I pazienti fanno spesso riferimento a loro piuttosto che al medico, che vedono come figura più lontana, per cui, l’assistente assume anche il ruolo di mediatrice tra le due figure. Caratteristica delle insostituibili: arrivano in anticipo, sorridono a tutti, non provano fatica psicologica durante la giornata, ma solo fisica, alla sera salutano con il sorriso. Naturalmente, mi rendo conto che molto dipende dall’ambiente di lavoro; quando si trova un clima di operosità serena, diventa tutto più facile, ma queste persone hanno, comunque, una marcia in più, e quando trovano il team giusto, diventano leader. Bisogna costruirle attorno un gruppo di lavoro in cui tutti si sentano importanti per motivi diversi. Quest’ultimo aspetto non è così facilmente realizzabile per la naturale resistenza che hanno le donne (almeno nella mia esperienza di lavoro), a fare gruppo solidale, quando compaiono personalismi, asprezze di carattere e invidie di ruolo, è bene riportare tutte ad una dimensione più umana e collaborativa, per il bene di tutti. Ho lavorato anche con due assistenti maschi in un gruppo di lavoro a prevalenza femminile. La mia diffidenza iniziale si è dissolta quando ho notato che avevano assunto un ruolo equilibratore e calmieratore sulle tensioni di origine femminile, ma erano, e sono tutt’ora, due ragazzi intelligenti che avevano capito rapidamente l’arte della sopravvivenza. Chapeau!
Una brava assistente lavora dove c’è un bravo dentista e viceversa, altrimenti salterebbero tutti gli equilibri e l’assistente smetterebbe di essere brava per diventare normale.
Il valore di uno studio dentistico dipende non dalle strumentazioni avveniristiche, ma dalle competenze professionali del personale medico e ausiliario e dalla capacità di trasmettere serenità. Un buon medico ha come incarico tra i più impegnativi, il suo aggiornamento, ma anche la trasmissione al team, sia direttamente che attraverso corsi, di quelle nozioni pratiche e teoriche relative ad ogni ruolo. Fondamentale diventa anche la motivazione perchè ogni elemento acquisisca una sua identità di incarico.
Si lavora almeno 8 ore al giorno, gomito a gomito, l’assistente è spesso il parafulmine delle tensioni del medico, ma, in tutta sincerità, ogni professionista, in cuor suo, capisce quando ha esagerato e ha lui stesso causato tensioni al team. A fine giornata bisognerebbe chiedere scusa in umiltà e salutare tutti con un sorriso. L’assistente capirà e sarà pronta, l’indomani, ad affrontare una giornata impegnativa con la consueta serietà ed efficienza.