C’è uno strano e ineluttabile rapporto tra Covid e odontoiatria, ed è quello che stiamo verificando da qualche mese.
Indubbiamente la pandemia che ci ha travolto, ci ha cambiato la vita anche se, speriamo, non per sempre, ma ci ha dato una bella botta.
Ha cambiato inspiegabilmente le abitudini giornaliere, quelle a cui eravamo più legati e che hanno sempre fatto parte del nostro stile di vita: ci laviamo meno i denti. Ce ne siamo accorti facendo un monitoraggio dei pazienti storici, valutando i cambiamenti in questi ultimi sei mesi. Aumentano i depositi di tartaro, gengive più infiammate, fastidi che si presentano senza apparente motivazione e allo stesso modo scompaiono.
I pazienti confermano: rimanendo a casa mangio di più, mi impigrisco, ho meno voglia di curare me stesso, i denti li trascuro un pò e se non mi aveste telefonato per la consueta seduta di igiene orale, chissà quando mi sarei presentato. Sono segnali che cominciano a pesare nell’economia della salute. Il Covid ha abbassato le nostre difese agendo sulla psiche come demoralizzatore e demotivatore. Non è una vera e propria condizione di depressione, ma una sorta di tristezza sub-liminale che ci impedisce di fare leva su tutte le nostre forze fisiche e di autostima. Questo virus ha minato la nostra integrità; e noi che ci siamo sempre ritenuti invincibili, alieni a qualsiasi debolezza, capaci di gestire con profitto la nostra quotidianità, di fronte ad uno spazzolino da denti che ci strizza l’occhio, non subiamo più il suo fascino igienico e salutare, ma lo riteniamo quasi un fastidio.
Coraggio, riprendiamo ad avere cura di noi stessi, d’altra parte nessuno più di noi è in grado di volerci bene. Prendiamo atto che questa pandemia è qualcosa di molto serio e inaspettato e affrontiamola con serietà. Se la prima dose di vaccino è stata considerata la luce in fondo al tunnel,  la seconda dose, come ha scritto un infermiere che stimo molto, sarà l’inizio della fine (per il virus).
Torneremo ad abbracciarci.