Alitosi: Una Piaga Sociale
Rappresenta un problema che interessa oltre il 50% della popolazione mondiale. Sgomberiamo subito il campo da errate convinzioni: chi mangia consapevolmente aglio fresco, cipolla, erba cipollina e spezie orientali, attenta alla salute pubblica e ai rapporti umani in maniera responsabile, come coloro che affermano di essere allergici ai saponi. A queste persone deve essere proibita la frequentazione di autobus, e di ambienti pubblici in generale. Veniamo al punto. L’alitosi è un disturbo molto frequente che può creare gravi disagi in ambito lavorativo, sentimentale e sociale in genere, può rappresentare una causa di isolamento spontaneo o indotto e creare un problema psicologico che si riflette sul comportamento di chi ne è affetto ( o teme di esserlo) condizionando i rapporti interpersonali.
Esistono tre tipi di alitosi, quella transitoria, tipica di alcuni momenti della giornata, l’alitosi costante, legata a scarsa igiene orale o a malattie sistemiche e l’alitofobia, cioè il timore di avere l’alito pesante.
L’alitosi si può curare o renderla innocua in modo che non interferisca nei rapporti sociali. Il primo passo da seguire è individuarne le cause e successivamente procedere al loro abbattimento.
Nel 80% dei casi il problema è in bocca. Da dentista devo registrare una notevole miglioramento della cura della persona in senso estetico, ma devo annotare ancora una scarsa attenzione all’igiene orale ( le donne europee dedicano in media 29 minuti al giorno alla cura della bellezza, ma meno di 30 secondi per l’igiene dentale).
La presenza di batteri anaerobi ( non richiedono ossigeno) che ristagnano in bocca è la causa principale dell’odore sgradevole in quanto si nutrono di sostanze organiche proteiche contenute nella saliva, nei residui alimentari e nel sangue presente in bocca in caso di gengivite o parodontite. Il risultato è la produzione di composti organici solforati tra cui il solfuro di idrogeno che ha odore di uova marce, il metilmecaptano che odora di cavolfiore in decomposizione, l’acido isovalerico che ha un odore simile a quello dei piedi sudati e anche i composti amminici tra cui putrescina e cadaverina (mi astengo dal fare paragoni). Noi professionisti siamo in grado di fare diagnosi anche solo dal tipo di odore.
L’alitosi può essere presente anche in quelle persone che hanno una igiene orale accurata in quanto vi sono condizioni che rendono difficoltosa la rimozione completa dei batteri, mi riferisco a ricostruzioni, ponti, capsule obsolete, alla malposizione dei denti e alla parodontite che annida tra le sue tasche batteri impossibili da rimuovere; inoltre non consideriamo che la lingua, con la sua superficie rugosa a causa della presenza papille, offre un ambiente adatto alla moltiplicazione batterica.
Una menzione a parte merita l’alitosi mattutina, che è dovuta alla scarsa produzione di saliva durante la notte e quindi al ristagno di batteri nella cavità orale.
Ma di fronte ad un paziente che presenta alitosi senza che siano contemplate le condizioni di cui sopra?
Escluse le cause che abbiamo elencato, approfondiamo la conoscenza del caso anche se non è di nostra competenza.
L’alitosi può derivare da infezioni otorinolarigoiatriche con ristagno di pus nelle cavità nasali o nelle cripte tonsillari, disturbi gastrici da cattiva digestione con persistenza di residui di cibo in decomposizione, quando è facile che si verifichi un reflusso gastro esofageo (condizione sempre più frequente a quanto sostengono i gastro enterologi ed è da attribuire allo stress sempre in agguato), altre condizioni sono il diabete mellito, l’insufficienza renale cronica, epatopatie gravi. Inoltre vi sono molti farmaci la cui metabolizzazione ed espulsione da parte dell’organismo passa anche attraverso il respiro e sono farmaci per la cura dell’ipertensione, dei tumori, ansiolitici, analgesici oppioidi, anoressizzanti, antiaritmici, antidepressivi, antidiarroici, antiparkinsoniani, antiistaminici,neurolettici. Il meccanismo comune attraverso il quale questi farmaci agiscono è la xerostomia, cioè la mancata produzione di saliva che non funge da fluido meccanico per la diluizione e l’asportazione dei batteri.
Altro capitolo è la pseudoalitosi. Vi sono persone convinte di avere l’alito maleodorante senza che questo corrisponda a realtà. Solitamente sono persone che hanno avuto un genitore con l’alitosi e temono che sia ereditario. E’ una condizione che richiede un supporto psicologico in quanto nemmeno le prove strumentali con Halimeter convincono queste persone della neutralità del loro alito.
L’Halimeter è uno strumento in grado di registrare la presenza e l’entità dei composti volatili contenuti nell’aria espirata e può darci una idea della gravità della situazione, ma anche del miglioramento quando la persona è già sottoposta a terapia.
Quindi per avere un’alito a prova di bacio, curare giornalmente l’igiene orale con spazzolamento almeno mattutino e serale con un buon dentifricio, passaggio serale del filo negli spazi interdentali ( chi non lo fa, esclude dalla pulizia il 40% della supeficie dentale), grattino sulla lingua per eliminare la patina batterica). Si, all’uso di un collutorio non alcoolico ( l’alcool secca la bocca), no all’uso frequente di collutorio con clorexidina ma solo in casi particolari ( es. dopo chirurgia) perchè crea resistenza batterica a lungo andare.