FORMAZIONE in CENTRAFRICA Bungui
Rapporto di Missione
Gennaio 2023
Quando si cresce in una famiglia che sa trasmetterti valori come solidarietà, vicinanza nelle difficoltà, attenzione al prossimo, umanità, scelte di cuore, si è orientati, da adulti, a cercare il modo migliore per metterli in pratica, attraverso associazioni che ti spianano la strada e che ti rendono la vita più facile.
E così parti, svolgi il tuo incarico di volontario agronomo, medico, ingegnere, infermiere, amministrativo, ecc, e poi te ne torni a casa, finalmente. E’ stata dura, lontano dai nostri standard di igiene, relax e comodità. Ma non passano 15 giorni che ti assale uno stato di insoddisfazione, perchè il tempo poteva essere sfruttato meglio, perchè se avessi usato con maggiore conoscenza la lingua, ci sarebbero state meno incomprensioni, se avessi fatto uno sforzo in più per comprendere certi atteggiamenti, qualche steccato lo avresti abbattuto.
E allora cominci già ad elaborare un altro viaggio, come se lo strascico della fatica mentale si fosse già dissolto. Certo, quando il tuo lavoro te lo permetterà, quando la famiglia sarà d’accordo, ma hai già le idee chiare su quello che dovrai fare. E ci torni, ma rientri di nuovo insoddisfatto, un retrogusto di amarezza che ti assalirà dopo ogni viaggio. E ti accorgi che non è la tua attività ad avere dei limiti, perchè con il susseguirsi delle missioni, la tua esperienza copre le difficoltà. Allora capisci che l’amarezza deriva da quella terra che hai appena lasciato, da quei ritmi di vita così lontani dai nostri, da quel sole così caldo ma che non ti abbronza, dalla fantasia con cui combattono condizioni di vita spesso ostili, la malaria incombente, la terra rossa che ti entra ovunque. Ma loro tengono uno straccetto per togliersela dalle scarpe, perchè il loro concetto di dignità, impone di presentarsi sempre al meglio, se occorre anche con la cravatta.
Poi ti rendi conto che quella terra ti è entrata molto più in profondità, te la senti nell’anima. Provi a scrollartela, ma niente da fare, lì resta.
Allora ti chiedi perchè se ti hanno assegnato una camera con bagno la cui inclinazione del pavimento è contraria allo scarico, per cui ti fai la doccia e poi devi sudare di nuovo per convogliare l’acqua dentro al buco, prima che inondi altre stanze, il gallo che ogni mattina puntualmente alle 4 (forse è un gallo svizzero), ti da la sveglia e con il quale vorresti scendere a patti, almeno per qualche mattina, il muezzin che alle 4,30 in punto, diffonde le sue parole incomprensibili anche a chi potrebbe capirle, perchè il meccanismo di diffusione è obsoleto e gracchia come una vecchia radio, il buio pesto e improvviso che cala alle 19 e se ti coglie per strada senza torcia, può diventare angosciante e pericoloso, ma se ti coglie in casa e non hai candele, la tua giornata è già finita, ma tu sei lì e non ti arrabbi; la giornata passa, la giornata è bella, vedi persone avvolte nei loro pensieri, che all’improvviso ti sorridono, bambini che ti corrono incontro per salutarti, giovani che combattono per una sorte migliore, religiosi che si dannano l’anima per diffondere la parola di Dio con opere, aiuti, investimenti, creano reti di solidarietà con altre confessioni religiose per migliorare le condizioni di vita della popolazione.
E noi siamo lì per dare una opportunità di riscatto a tanti giovani che hanno deciso di cambiare le sorti del loro paese, studiando. 9 dentisti per 6 milioni di abitanti non possono garantire un controllo accurato delle patologie orali. Quest’anno grazie ai medici SMOM, se ne laureeranno altri 10, non molti ma è un buon inizio.
Forse è questo il vero motivo per cui quando si rientra, si prova una sensazione di incompletezza, di amarezza. Ma pensandoci bene, è solo nostalgia. Questa è la mia Africa.
Dott. Maurizio Pianella responsabile SMOM per lo sviluppo della salute orale in Repubblica Centrafricana
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